“Va ribadito che la vicenda dei due centri islamici non ha alcuna attinenza con la libertà di culto, che considero un valore per chiunque intende professare la propria fede. Ripeto e sottolineo: il Comune non si è mai mosso in funzione di limitare il culto di questa comunità.
La domanda da porsi è: viviamo ancora in uno Stato di diritto? In uno Stato di diritto il rispetto delle norme di legge, quelle urbanistiche e quelle che garantiscono la sicurezza, è un dovere di tutti i cittadini. In uno Stato di diritto non si può derogare dalle leggi vigenti per favorire il singolo cittadino o un gruppo di pressione perché esse garantiscono sempre l’interesse generale e la sicurezza della comunità.
Le istituzioni devono assicurare l’incolumità pubblica che riguarda sia i frequentatori di uno spazio aperto al pubblico, sia chi abita o transita nel comprensorio interessato da quell’edificio. La sicurezza e l’incolumità non sono mediabili o opinabili, va garantita – senza se e senza ma – e quando si rilevano situazioni di illegalità o di rischio, il Comune ha la responsabilità di intervenire per evitare ogni possibile conseguenza”.