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DAMELE LASCIA L’AIDO, MA NON L’IMPEGNO PER LA DONAZIONE DI ORGANI, POSSIBILE NEI COMUNI E NELLE AZIENDE SANITARIE

DiRedazione

Giu 19, 2024 #Aido, #damele

È stato presidente provinciale dell’Aido, associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule, di Udine, poi presidente del Collegio nazionale dei revisori dei conti, quindi amministratore e consigliere nazionale della stessa associazione. Dopo tanti anni, in concomitanza con il rinnovo degli organismi locali e nazionali in atto in questi mesi, Daniele Damele ha deciso di abbandonare l’associazione che con il suo impegno ultraventennale ha contribuito a far crescere.

Damele come mai lascia l’Aido dopo tanti anni?

Reputo esaurita la finalità di un’associazione nazionale di questo tipo che non ha saputo e voluto evolversi ed espandersi in realtà regionali e locali di volontariato puro, arroccandosi su posizioni di gestione nazionale ormai anacronistiche e fini a se stesse. Mantenere organismi nazionali costosi non serve e non agevola l’obiettivo”.

Quale obiettivo?

Quello della sensibilizzazione alla donazione e al trapianto di organi, e tessuti. Oggi si può esprimere la propria volontà in merito alla donazione di organi post mortem in Comune al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità e, in qualunque momento, presso gli uffici decentrati delle Aziende sanitarie. È evidente che l’opera di sensibilizzazione va fatta sul territorio, accanto alle istituzioni. Ho maturato l’idea che il modello del mio amico Claudio Pittin con l’Ado Fvg è, per me, quello giusto”.

Eppure proprio Aido nazionale ha proposto uno strumento innovativo per le adesioni, Digitalaido, che dovrebbe costituire un passo avanti.

Digitalaido è nato a fine settembre 2021. Ha avuto indubbi problemi. Ma guardiamo le cifre: in tre anni Digitalaido ha raccolto, con un impegno economico importante, solo poche decine di migliaia di iscrizioni mentre nello stesso periodo le adesioni raccolte presso i Comuni hanno registrato una crescita di qualche milione, andando a “ricoprire”, quasi certamente, molte delle adesioni Aido. Per dare un’idea del funzionamento della raccolta di adesioni capillare svolta dai Comuni italiani da circa 10 anni, è sufficiente porre l’attenzione sul totale dei consensi alla data odierna: 12.200.000 (il 68,2% delle dichiarazioni totali raccolte presso le anagrafi nazionali).

Potremmo chiederci quali siano stati gli investimenti messi in campo per le tre differenti modalità di manifestazione e forse ci renderemmo conto che la spinta della legge statale 91/99 per la donazione di organi determina di fatto quanto sostenevo prima: la necessità di attuare azioni di sensibilizzazione a livello locale, risparmiando fondi destinati a una realtà nazionale come Aido”.

Giudica, quindi, negativamente quanto attuato a livello nazionale da Aido?

Le rispondo con dei dati. Per dodici anni, sino al 2016, abbiamo avuto come presidente nazionale il compianto Vincenzo Passarelli, scomparso il 2 luglio dello scorso anno. Era un professionista/biologo e un volontario lungimirante che prestava grande attenzione alle realtà locali. Pur “accentrando” quelle che riteneva funzioni tipiche di una Sede e di una Segreteria nazionale – che per lui poteva essere ubicata solo nella Capitale, al fianco dei Ministeri e delle sedi nazionali delle principali associazioni di settore – con l’obiettivo di comunicare un’immagine istituzionale univoca dell’associazione, era riuscito a valorizzare e a interpretare l’attività dei volontari sul territorio nazionale restituendo la totalità dei fondi raccolti attraverso lo strumento del 5×1000 (materiale informativo, gadget, formazione, attrezzature, progettualità, …). A partire dal 2016 sono stati espulsi o interdetti dalle cariche oltre 40 associati in tutta Italia. Un elevato numero – ben 14 – di figure dirigenziali nazionali negli ultimi otto anni si sono dimesse dai loro incarichi. Il dissenso non può essere visto sempre come un attacco alle proprie idee e ai propri progetti: dev’essere permesso, ascoltato, compreso e sui temi dello stesso ci si deve confrontare. Indubbiamente è più facile escludere e proseguire lungo la propria strada”.

Damele, ma adesso non farà più nulla per la donazione di organi?

Esco da Aido non condividendone la gestione in atto. Certamente proseguirò nel dire a tutti e dovunque che è cosa buona e giusta esprimere la propria manifestazione di volontà a favore della donazione di organi nei Comuni, con il rinnovo della carta d’identità e nelle Aziende sanitarie”.