I finanzieri del Comando Provinciale di Udine hanno sottoposto a sequestro 33.073 prodotti cosmetici nei
confronti di 4 aziende con punti vendita dislocati in Friuli e in tutto il Nord Est. La merce tolta dal mercato,
ritenuta dannosa per la salute, conteneva sostanze chimiche bandite dall’Unione europea nel 2022.
Le indagini del Gruppo di San Giorgio di Nogaro sono iniziate lo scorso mese di aprile, con un controllo su
strada di un autoarticolato con targa estera. Nell’occasione i militari avevano sequestrato centinaia di confezioni
di profumo di fabbricazione extra-UE per la violazione delle norme sul trasporto. Dalle successive analisi di
laboratorio effettuate sui campioni di prodotto sequestrato era poi emersa, in alcuni campioni, la presenza delle
sostanze chimiche denominate carboxaldehyde (cosiddetto “Lyral”) e butylphenyl methylpropional (anche
denominato “Lilial”), entrambe vietate dalle norme europee, perché considerate pericolose per la salute.
Dalle ulteriori investigazioni effettuate dai finanzieri presso gli esercizi commerciali presenti sul territorio, è
emersa l’esposizione sugli scaffali di vendita al dettaglio di prodotti cosmetici di varia tipologia, contenenti
“Lyral” e “Lilial”, che avrebbero dovuto essere ritirati dal mercato già nel mese di marzo 2022.
Gli accertamenti si sono conclusi con la segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine
di 4 persone, ritenute responsabili della violazione degli obblighi previsti dall’articolo 3 del Reg. CE 1223/2009
in materia di sicurezza dei prodotti cosmetici e con il sequestro di 33.073 confezioni di prodotti cosmetici di
varia natura, quali creme, emulsioni, deodoranti, shampoo, tinture e lozioni per capelli.
L’attività svolta del Gruppo di San Giorgio di Nogaro mira a contrastare la diffusione di prodotti non conformi
agli standard di sicurezza, contribuendo a garantire una protezione efficace dei consumatori e un mercato
competitivo dove gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza.
Quanto sopra si comunica per il diritto di cronaca costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti degli
indagati che, in considerazione dell’attuale fase di indagini preliminari, sono da presumersi innocenti fino alla
sentenza irrevocabile che ne accerti la colpevolezza.