Il suono inquietante di una sirena alle 10.06 ha segnato l’inizio delle operazioni di bonifica da parte degli artificieri dell’ordigno bellico rinvenuto in Slovenia nelle vicinanze della Transalpina, in Kolodvorska Pot. Alle 10.55 il disinnesco è terminato, dopo la rimozione delle spolette. Solo quattro persone si sono avvalse del centro di raccolta organizzato dal Comune, raggiungendolo in due casi con mezzi propri, altrettante hanno usato il servizio navetta.
Prima di raggiungere a operazioni finite il luogo del disinnesco insieme al primo cittadino di Nova Gorica Samo Turel e al prefetto Raffaele Ricciardi, il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna nella mattinata si è spostato tra il Coc, il Centro operativo comunale, ovvero il tavolo che coinvolge vari servizi, il Ccs-Centro di coordinamento soccorsi in prefettura formato da 3° Reggimento Genio Guastatori di Udine, questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polstrada, Polfrontiera, Vigili del Fuoco, Asugi, Pronto Soccorso, Enac, Enav, E-distribuzione, Terna, Snam e Irisacqua, e il centro di ricovero per gli sfollati allestito nella sede della Protezione civile.
“L’Operazione si è conclusa perfettamente. Le persone evacuate sono potute rientrare nelle loro abitazioni e la circolazione del traffico ha potuto riprendere anche attraverso i valichi confinari, che sono stati riaperti. Ringrazio tutte le donne e gli uomini appartenenti alle diverse istituzioni italiane e slovene per quanto fatto con elevata professionalità. Anche in questo ambito la collaborazione italo-slovena è stata eccezionale, grazie anche alle consolidate relazioni”, il commento del sindaco Ziberna.
A fornire supporto alle forze dell’ordine e alla Protezione civile nell’attività di evacuazione ci sono stati anche due mezzi e un’ambulanza della Croce rossa, poi dalle 9 fino al termine dell’intervento degli artificieri nei sei punti d’accesso alla fascia interdetta (entro i 600 metri di distanza dal luogo del brillamento) è stato impedito a chiunque di entrare. Tredici le persone fragili accompagnate altrove. Sono stati anche chiusi i valichi di via San Gabriele e di Salcano, oltre ai punti panoramici.
Degli oltre 1.200 evacuati, la maggior parte ha approfittato della giornata per andare al mare o comunque si è allontanata in modo autonomo, mentre hanno fatto ricorso al punto di raccolta in via San Michele.
L’ordigno è stato adagiato sul fondo di una buca profonda quattro metri e larga tre, protetta da una gabbia di assi di legno. Per la sua bonifica era previsto prima di tutto lo svitamento degli inneschi. Proprio per attutire l’onda d’urto, intorno alla buca sono state posizionate 125 rotoballe di fieno a formare un muro alto più di quattro metri.
Nuovamente grazie a tutti per questo splendido risultato e grazie anche ai cittadini che hanno collaborato alla perfezione.
Rodolfo Ziberna