A quasi un anno dalla tragedia sul Natisone, si attende la fissazione della data dell’udienza preliminare in cui si discuterà del rinvio a giudizio o meno dei quattro indagati per omicidio colposo plurimo causato da negligenza nei soccorsi. La Procura ha chiuso le indagini il 31 gennaio e comunicato ai diretti interessati l’avviso. I tre vigili del fuoco e l’infermiere in servizio il 31 maggio nelle rispettive centrali operative, che gestirono le comunicazioni con i ragazzi intrappolati su Premariacco beach e l’organizzazione degli interventi, sono stati iscritti nel registro degli indagati dopo una dettagliata relazione dei carabinieri che hanno svolto le indagini passando al setaccio ogni secondo dalla prima telefonata partita dall’Iphone di Patrizia Cormos alle 13.29 fino alle 14.10, quando il fiume vinse la resistenza dei ragazzi trascinando Patrizia, Bianca e Cristian verso un atroce destino. Si poteva fare di più? Si potevano accorciare i tempi di attivazione dell’elicottero sanitario e farlo decollare prima? Qualcosa non va nei protocolli o nelle procedure che sono state seguite dagli operatori? Sono solo alcuni degli interrogativi a cui la magistratura intende dare risposta. I tempi non saranno brevi per arrivare alla verità. Il gip che riceverà il fascicolo fisserà l’udienza preliminare che potrebbe tenersi prima dell’estate. Il gup dovrà decidere se rinviare a giudizio e accogliere la richiesta del Pm Letizia Puppa, che ha formulato le ipotesi di accusa aprendo l’indagine nei confronti dei quattro operatori dei soccorsi. In caso di giudizio, la prima udienza potrebbe tenersi non prima dell’autunno.
Articolo di Francesco Pezzella