Nasce in Friuli Venezia Giulia una nuova collaborazione tra l’Amministrazione regionale, l’Eraple (Ente regionale Acli per i lavoratori emigrati) e il sistema delle certificazioni kosher che prevede la possibilità per le nostre aziende agroalimentari di internazionalizzare i loro prodotti attraverso la certificazione kosher che aprirà a mercati fino a oggi inesplorati. In particolare, si tratta di aziende nell’ambito della produzione di vino, di distillati (come la grappa) e di alcuni prodotti lattiero caseari. Ciò consentirà alle imprese di occupare fette importanti di mercati esteri e permetterà a molti consumatori di degustare i prodotti friulani secondo i precetti alimentari della religione ebraica. Si è inteso, come ha spiegato l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari nel corso dell’incontro di presentazione dell’iniziativa organizzato dall’Eraple oggi pomeriggio nell’auditorium della Curia della Diocesi Concordia-Pordenone, prevedere sovvenzioni applicabili ai finanziamenti per progetti di investimento volti a rafforzare l’aggregazione in reti di impresa nella filiera agroalimentare regionale dei prodotti kosher e a sviluppare il processo di certificazione e internazionalizzazione.
Su questo fronte il Friuli Venezia Giulia è la prima Regione in Italia a “istituzionalizzare” la certificazione Kosher nelle procedure di sostegno finanziario e farà da apripista a livello nazionale. In regione sono già cinque le aziende che sono in fase avanzata nell’iter di certificazione da parte di una autorità rabbinica internazionale.
La cucina kosher rispetta i dettami della religione ebraica sull’alimentazione. Quello che è “kosher” e quindi “adeguato” è ciò che rispetta le regole alimentari stabilite dalla Torah, intepretate dall’esegesi nel Talmud, uno dei testi sacri dell’ebraismo, e codificate nel Shulkan Aruk, un testo ordinativo e ritualistico religioso. Ci sono regole ben precise, che seguono i dettami della Torah, alla base della produzione di vino e altri prodotti Kosher, ovvero idonei per essere consumato da persone di religione ebraica.
Sono previsti, nell’ambito del Fondo di rotazione per l’agricoltura, finanziamenti con procedure snelle ed efficienti, per le aziende che realizzano progetti concernenti prodotti agricoli che attraverso la certificazione kosher sono in grado di rafforzare l’immagine e la qualità delle produzioni regionali attraendo diverse fasce di consumatori. La percentuale massima della sovvenzione è dell’80 per cento, mentre l’importo massimo è di 20mila euro.
L’iniziativa, come evidenziato dall’esponente della Giunta regionale, ha l’obiettivo di incentivare e supportare gli investimenti di imprese regionali che, scegliendo l’aggregazione, puntano a sviluppare attività di produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e alimentari certificati kosher. Un’opportunità rilevante per arrivare su nuovi mercati potenzialmente molto interessanti – come quello di Isreale e del Nord America – per una importante presenza di comunità ebraiche.