Riapre il bando per l’assegnazione di 14 alloggi di Casa Mazzoli – l’immobile di via Don Bosco recentemente riqualificato che il Comune di Monfalcone assegna in locazione a canone calmierato – con due importanti novità rispetto al precedente bando che ha assegnato già 5 alloggi: la prima è relativa alla formazione della graduatoria e la seconda riguarda i criteri.
Il nuovo bando è stato illustrato questa mattina dal sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, insieme all’assessore alle Politiche Abitative, Tiziana Maioretto, e ai dirigenti del Patrimonio Immobiliare e dell’Assistenza, Marco Marmotti e Paola Tessaris.
Al bando, al quale sarà possibile partecipare dal prossimo 1 marzo, prevede infatti una scadenza al 30 settembre 2024 e, fino a tale data, ogni mese il Comune provvederà a pubblicare una graduatoria che consentirà di assegnare gli alloggi ancora disponibili.
Inoltre, per poter accedere alla graduatoria, fermi restando i requisiti precedentemente indicati, gli assegnatari dovranno avere un reddito familiare complessivo annuo di almeno 22.000 euro invece dei 25.000 euro previsti nel primo bando scaduto a novembre 2023.
Dei 14 alloggi disponibili, 2 monocamera saranno riservati a dipendenti di enti pubblici centralizzati con sede lavorativa a Monfalcone; 4 appartamenti saranno destinati prioritariamente a giovani coppie di età non superiore ai 35 anni; 4 saranno destinati prioritariamente a persone con almeno 65 anni di età; 4, in base alla metratura degli appartamenti, saranno destinati a nuclei familiari la cui composizione non superi i 3 componenti.
“Monfalcone è un Comune ad alta tensione abitativa – ha rilevato il sindaco Cisint – e in questi anni abbiamo lavorato per trovare soluzioni alle conseguenze dell’assenza di pianificazione dei flussi che esiste in Italia, che influisce negativamente sui servizi pubblici che vengono erogati dai Comuni. Che senso ha avere un piano regolatore se poi tutti possono arrivare senza considerare la capacità abitativa delle città?
A Monfalcone abbiamo investito sulle politiche abitative collaborando con Ater per ridurre gli alloggi sfitti attraverso piccoli e grandi interventi di ristrutturazione e le alienazioni. Abbiamo inoltre restituito alla città Casa Mazzoli – un immobile ora di pregio che abbiamo salvato dal degrado in cui versava – investendo circa 1.600.000 euro di fondi regionali e 600.000 di fondi comunali per realizzare 19 appartamenti, ad alta efficienza energetica e fruibili dalle persone con disabilità, per accogliere famiglie composte da giovani e anziani e realizzare così un progetto con valenza sociale. Alloggi destinati a persone in grado di sostenere il pagamento di un canone calmierato ma che solitamente vengono escluse dalle graduatorie che prevedono Isee bassi e che privilegiano le famiglie numerose. Con il nuovo bando riserveremo due alloggi, oltre che per i dipendenti Inali e Inps, anche per i lavoratori dei Vigili del Fuoco con sede lavorativa a Monfalcone, per spronarli a restare nella nostra città con l’obiettivo di non avere carenza di personale in strutture strategiche. Inoltre, abbiamo presentato dei progetti di co-housing per le persone in stato di marginalità sociale prese in carico dall’Ambito, ottenendo importanti finanziamenti per fronteggiare alle loro necessità primarie e supportandole nel progressivo reinserimento, anche lavorativo, nella società.
Attraverso il co-housing, poi, oltre al supporto di personale specializzato, ogni ospite può contare sull’aiuto e sulla compagnia degli altri inquilini, trovando spesso conforto e condividendo momenti di convivialità. Un contributo concreto a chi versa in situazioni di difficoltà sia sociale che economica, che intendiamo continuare a offrire per migliorare la qualità di vita delle persone”.
Si tratta di un progetto di housing temporaneo per il contrasto dell’emarginazione sociale adulta e il grave disagio abitativo – finanziato complessivamente con 630.000 euro di fondi PNRR – per le persone residenti nei territori dell’Ambito Carso Isonzo Adriatico e dell’Ambito Collio Alto Isonzo.
Per l’Ambito Carso Isonzo Adriatico, di cui il Comune di Monfalcone è Capofila, il progetto vale 315.000 euro e prevede la la messa a disposizione di 3 alloggi, 1 a Monfalcone, 1 a San Canzian d’Isonzo e 1 a Grado, per garantire percorsi di orientamento, accompagnamento e supporto educativo destinati a 9 persone attraverso l’housing temporaneo e dell’housing led. Un lavoro di equipe con esperti nei vari settori per accompagnare i beneficiari nella gestione degli alloggi assegnati, nell’inserimento in attività di formazione e/o riqualificazione professionale e nella ricerca di un’occupazione.
Il Comune di Monfalcone metterà a disposizione un appartamento in via Buonarroti, attualmente in fase di allestimento, che ospiterà tre persone.
E’ stato inoltre prorogato fino al prossimo 30 aprile il progetto “Housing First e Led”, che si inserisce all’interno del percorso di rinnovamento del sistema regionale dei servizi connesso all’emergere di nuove forme di povertà, con particolare attenzione alle situazioni di individui e famiglie che versano in condizioni di grave rischio di marginalità sociale.
Finanziato con 150.000 euro di fondi europei PON nell’ambito delle misure per il “rifinanziamento di interventi per il contrasto alla grave emarginazione adulta e alla condizione di senza dimora”, nel 2023 il progetto ha sviluppato due filoni di intervento: l’accompagnamento educativo degli adulti e la fornitura di beni di prima necessità a persone in condizioni di grave marginalità.
Per il filone relativo all’accompagnamento educativo degli adulti – finanziato con 75.000 euro – 6 persone hanno trovato casa in due appartamenti messi a disposizione del Comune in via Del Mercato e via Napoli. Un’equipe multidisciplinare formata da operatori del Terzo Settore è stata inoltre incaricata per fornire il sostegno o l’accompagnamento socio-educativo agli ospiti, condividendo un progetto personalizzato con ogni beneficiario.
Il secondo filone del progetto è stato realizzato grazie al finanziamento di 75.000 euro; fondi utilizzati per l’acquisto e la distribuzione di beni materiali di prima necessità destinati alle persone in condizioni di grave marginalità, che si trovano ad affrontare problematiche abitative dovute principalmente a separazioni, decessi di parenti, sfratti e problemi reddituali, in particolare legati a redditi da pensione insufficienti.
I kit che sono stati distribuiti sono di diversa tipologia e comprendono sia i beni di prima necessità per la persona che prodotti utili alla cura dell’alloggio, quali kit con vestiario, per l’emergenza, per l’igiene personale, per la cucina, biancheria per la casa e l’arredo.
Ad oggi sono stati raggiunti 55 beneficiari che hanno ricevuto uno o più kit e altri sono in fase di consegna.